Di base facciamo tre vini, tutti rossi da lungo invecchiamento: Juan, Numech e Trun.    
A volte usciamo coi vini molti anni dopo la vendemmia; abbiamo deciso che quelli sono i nostri archivi, archivi che appunto vorremmo non restassero soltanto chiusi da qualche parte. 
Oltre a loro ci divertiamo a volte con qualche gioco radicale che, se finisce bene, finisce in bottiglia.
JUAN
Il  primo, per noi il più importante, era il vino del Giuan, è diventato il nostro.
Il Juan è un uvaggio, composto più o meno da 50% di Nebbiolo, 30% di Croatina, 20% tra Vespolina, Negrera, Chatus e altre varietà.
Proviene da molte piccole, vecchissime vigne a Masserano.
NUMECH
Numech, da noi, vuol dire soltanto.
E il Numech è soltanto Nebbiolo, da selezione varietale nei nostri vigneti a Masserano e a Lessona; parte delle uve è brevemente appassita, come si usava fare da queste parti.
TRUN
Trun in dialetto è il tuono, che tante - troppe - volte rimbomba scuro sull’estate delle nostre colline.
Il Trun - almeno finché esiste - è Croatina in purezza, da un singolo vigneto di Brusnengo allevato a maggiorina.
HAPAX
Per hapax (legomenon) s’intende generalmente una parola che occorre una sola volta nell’intero corpus scritto di una lingua, o nel lavoro di un singolo autore.
Il destino, noi solo testimoni, ha trasformato tramite una flor arrivata da chissà dove, un Nebbiolo in un vino ossidato, imprevisto e imprevedibile, ammirevole e disorientante.
MAGIÁ
Poche bottiglie ogni anno di passito perpetuo dalle piante di uva bianca che abbiamo sparse tra le vigne.
Erbaluce, Moscato, uve toscane e liguri - perché tutto è meticcio - vinificate in pieno inverno e invecchiate in legno, tutte le annate insieme.
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